2. IPOTESI PROGETTUALI PER L'OTTIMIZZAZIONE DELLA LOGISTICA NEI DISTRETTI
INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI MANTOVA.
2.2. L’ambito distrettuale come nuovo ambiente di intervento per lo sviluppo di strategie di logistica d’impresa
Nei distretti industriali si sviluppa una divisione del lavoro di tipo produttivo ma indirettamente
anche di tipo cognitivo. Ciò determina l’esigenza da parte dei partner di un medesimo network
di instaurare tra loro legami deboli. E’ inoltre abbastanza frequente che all’interno dei distretti
un’impresa partecipi simultaneamente a più supply chain. Queste caratteristiche di
funzionamento economico dei sistemi distrettuali ha importanti risvolti dal punto di vista
dell’organizzazione logistica.
Le imprese distrettuali incontrano infatti problemi notevoli quando decidono di effettuare
investimenti in standard logistici, informatici e organizzativi, dal momento che questi strumenti di
condivisone potrebbero avere durata minima (reversibilità della rete) o dovessero essere
affiancati a quelli di altre reti logistico-produttive alle quali si partecipa. Com’è facile
comprendere, gli investimenti di tipo economico e cognitivo (di apprendimento) necessari a
dotarsi di tanti standard logistici e informativi quante le reti a cui si partecipa incontrerebbero
serie difficoltà di ritorno.
Il SCM tradizionalmente inteso sta quindi stretto alle imprese distrettuali soprattutto a quelle
definite da Sergio Bologna¹ del "comparto B" e cioè quelle PMI che non sono inserite in alcun
sistema governato da gruppi leader o da buyers esterni e che si muovono liberamente sul
mercato senza aderire ad alcuna filiera logistica preorganizzata, cioè senza una precisa
cittadinanza logistica.
Quali strategie logistiche attuare in favore soprattutto di questa tipologia di imprese che, pur non
avendo cittadinanza logistica, costituiscono generalmente il principale motore competitivo dei
distretti?
L’ambito analitico del SCM risulta in questo senso troppo ristretto e perciò diventa necessario
che le strategie di intervento nel campo della logistica di distretto assumano come oggetto non
più la supply chain ma un modello che possiamo definire di District Chain Management (DCM), i
cui presupposti sono quelli fin qui ricordati:
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