4. OTTIMIZZAZIONE DELLA LOGISTICA URBANA.
4.1. Cos’è la City Logistics?
Siamo abituati a rappresentare il trasporto delle merci come una lunga fila di Tir allineati in
autostrada o nelle grandi arterie di traffico extraurbano. In realtà, il 50% del traffico merci si
svolge all’interno delle città, dove del resto si concentra la domanda da servire attraverso la fitta
rete distributiva del commercio e delle attività terziarie, che a loro volta movimentano volumi
rilevanti di pacchi, plichi e documenti.
Se a questa situazione si aggiunge il previsto aumento
causato dalla distribuzione a domicilio di merci parcellizzate indotta dallo sviluppo del
commercio elettronico, ci troviamo di fronte ad un problema che è destinato ad aggravarsi
ulteriormente.
Intervenire nella razionalizzazione della distribuzione di "cose" in ambito urbano potrebbe
dunque portare un notevole contributo alla riduzione dell’inquinamento e della stessa
congestione del traffico, ma anche a ricreare condizioni di vantaggio localizzativo nei Centri
storici per la rete del dettaglio commerciale, oggi sottoposta ad una crescente pressione
concorrenziale dalla grande distribuzione organizzata.
Negli ultimi anni, in Europa e anche in Italia i tentativi in questa direzione non sono mancati.
Città come Milano, Bologna, Vicenza, Padova hanno avviato iniziative di studio per capire come
organizzare un sistema logistico-distributivo più efficiente, con particolare riferimento all’area
storica che è anche la più fragile dal punto di vista ambientale. L’idea è stata quella di
individuare una o più piattaforme di smistamento delle merci per il consolidamento dei carichi
diretti al centro storico, con servizi navetta effettuati attraverso mezzi a basso impatto.
In
pratica, la piattaforma di logistica urbana (Logistics City Centre) svolgerebbe il ruolo di Transit
Point urbano sul quale far convergere i flussi di merci e documenti proveniente dalla diverse
direttrici esterne.
Invece che raggiungere con i singoli mezzi la destinazione finale – che nelle
aree del centro storico è del resto regolamentata da fasce orarie e da permessi a pagamento –
le merci verrebbero caricate su vettori gestiti da una agenzia locale (pubblica, consortile o
privata convenzionata) che dovrebbe provvedere al servizio di distribuzione ottimizzando gli
itinerari di consegna e, al limite, svolgendo anche la raccolta degli imballi.
L’idea, sulla carta,
sembra razionale.
In realtà, le difficoltà di tradurre questa idea in un concreto quadro di
iniziative sono ancora notevoli. Innanzitutto le rotture di carico vengono a gravare sui costi
logistici, e se non si chiarisce chi deve pagare questi costi aggiuntivi – o in quale misura il
servizio crea delle convenienze economiche – non sarà facile convincere commercianti e
autotrasportatori ad aderire al progetto. In secondo luogo, l’intermediazione nel Transit Point
interrompe la continuità del contratto di servizio logistico che, nei casi in cui la consegna è
garantita, rischia di creare numerosi contenziosi. In terzo luogo, molte filiere logistiche rilevanti
in ambito urbano non potrebbero comunque venire coinvolte dal servizio, come nel caso del
freddo, del fresco e, in generale del grocery, dove persiste il conto proprio e la tentata vendita.
Alcuni problemi ci sarebbero anche con i porta valori e le merci preziose, i documenti riservati,
la farmaceutica, la distribuzione di libri e giornali, dove i servizi dedicati non sono sostituibili.
Tuttavia, anche a fronte di questi problemi, alcune azioni sono forse possibili. E le soluzioni
possono essere trovate guardando a come il commercio sarà in futuro più che a come è
adesso.
Così, i Logistic City Centers possono diventare piattaforme per organizzare la
preparazione e consegna a domicilio delle merci acquistate nei negozi dei centri storici così
come nei Mall virtuali dell’e-commerce.
In altri termini, il miglioramento della rete logistico-distributiva
nelle città si potrà ottenere quando si modificheranno anche gli stili di consumo,
obiettivo che sarà più facile raggiungere accompagnando le iniziative con politiche aggressive
di marketing urbano e una maggiore diffusione delle tecnologie di rete. Così come abbiamo
visto nel campo della logistica di distretto, anche per quella urbana le tecnologie di
comunicazione digitale si dimostrano dunque uno strumento fondamentale per raggiungere
risultati efficienti.
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